CHIESA DEL GESÙ, maestoso simbolo del potere dei gesuiti a Bari, fu eretta in due anni (1575-1577) su progetto del gesuita comasco Giovanni De Rosis, ma fu completata solo nel 1750. Soppresso l’ordine dei gesuiti nel 1767 da Clemente XIV, la chiesa e il contiguo palazzo passarono ai benedettini di Montescaglioso per tornare nel 1807 ai rifondati gesuiti. PALAZZO CALÒ CARDUCCI del sec. XVII, finalmente in corso di restauro dopo decenni di abbandono.

ARCO SANT'ONOFRIO con i ruderi della cappella che avrebbe ospitato le ossa di san Nicola appena sbarcate (9 maggio 1087). PALAZZO VERRONE del sec. XII rimaneggiato nel XVI e nel XVIII secolo. SANTA TERESA DEI MASCHI risale al 1696, come si legge sul portale d'ingresso. Nel 1975, soppressa la parrocchia, rimase in abbandono per venticinque anni; ora, restaurata, è sede della Pinacoteca diocesana. L'annesso convento, attualmente BIBLIOTECA PROVINCIALE DE GEMMIS, risalente al 1671, ospitava i Carmelitani Scalzi; nel decennio di dominazione francese (1806 - 1815) fu adibito a caserma; fu carcere femminile dal 1859 agli anni '30 del '900; poi fu assistenziario dei figli dei detenuti; quindi fu sede di altri enti assistenziali ed in parte adibito ad abitazioni private. ISTITUTO DI STUDI CLASSICI E CRISTIANI dell’Università di Bari, che l’ha ricevuto in comodato gratuito e perpetuo dal Demanio, è l’isolato 57. Sull'angolo tra strada della Torretta e strada santa Teresa dei Maschi su una mensola si trova una statua di san Nicola nell'atteggiamento di acciuffare per i capelli un fanciullo. Lavori di restauro e consolidamento negli anni '70 hanno riportato alla luce antiche strutture in pietra, finestre precedentemente murate e sostituite, nicchie, resti di camini monumentali, tracce di pitture murali e soffitti lignei. Parecchie le stampe raccolte nel Dipartimento: carte geografiche, immagini di città pugliesi, notificazioni e proclami cittadini, alcuni gustosi acquerelli del caricaturista Frate Menotti (Menotti Bianchi) attivo dal 1901 al 1924, ed acqueforti di illustri pugliesi e meridionali. 

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